FRANCESCO  D’AMICO



NOTE BIOGRAFICHE

Figlio di un fabbro, Antonino, anch 'egli poeta, e di Paola, madre premurosa e solerte, Francesco D 'Amico nasce a Carini il 24 Novembre 1981. Ultimo di tre figli, segue studi tecnici e si laurea in Scienze politiche. Giornalista e pubblicista.

Vive dal 2009 a New York, USA, impegnato in molteplici attività lavorative:  Vice-Direttore di una Unione di Credito Americana (simile alle Banche di Credito Cooperative Italiane) e Consulente Tributario. Sposato con Paola ha due bellissime bambine.

La sua prima pubblicazione di poesia risale al 2008 e si intitola “La Geografia del Vuoto” con sottotitolo “ Gli itinerari dell’anima”, con illustrazioni di Massimo Barbaro.

 Riportiamo il commento riportato nel retro della copertina.

La geografia del vuoto è la prima raccolta di Francesco D' Amico. In essa si concentra e mostra tutta la sua intensità, il mondo lirico e umano del giovane poeta. Indagare gli spazi dell'anima vuol dire possedere una particolare sensibilità che renda capace di essere colpiti da ogni minima sfumatura di colore, sferzati da ogni più lieve soffio di vento, rapiti dal più vago effluvio o sapore. Questa è la sensibilità di Francesco D' Amico il cui segno distintivo che caratterizza il suo comporre è lo stare continuamente in bilico tra due dimensioni, tra due sentimenti contrastanti, tra due volontà antitetiche. Francesco è un poeta equilibrista sulla fune del tempo e dello spazio, della vita e della morte, della luce e dell'ombra, il cui equilibrio a volte sembra spezzarsi, ma poi toma a farsi forte e stabile. Questo trova la sua trasposizione in versi, nella virgola seguita dalla lettera maiuscola. La grammatica non approverebbe. ma la poesia è anche questo: tocco personale, espressione di un'interiorità che cerca disperatamente un suo riflesso sulla carta. non riuscendo a contenersi negli argini imposti dalla segnaletica grammaticale. Uscendo dalla retorica tradizionale, dall'uso più comuune delle rime e delle armonie e disarmonie ovvie e a volte troppo scontate, la poesia del N. nasce e si sviluppa dalla riflessione interiore e dal travolgimento ch'essa provoca, trovando piena e completa estrinsecazione nell'uso particolare di termini. accostamenti ed espressioni tutt'altro che usuali”.


Divergenze Parallele e' la seconda raccolta di poesie di Francesco D'Amico che fa seguito al primo libro di successo dal titolo "La Geografia del Vuoto - Gli Itinerari dell'Anima"

Riportiamo il commento a cura di Carlo Bordone Bacarella, riportato nel retro della copertina.

“Leggendo poesie moderne e contemporanee di quei poeti che sono ricordati nel tempo per la loro bravura, ritengo che le poesie di Francesco D' Arnico si piazzino idealmente nella stessa dimensione e nello stesso firmamento di stelle. Il N. con le sue poesie ci regala tante emozioni, le sue pennellate sono piene di colori e di parole vere. n suo do no poetico proiettato su di un toglio, incornicia con brevi espressioni l'intreccio di una realta fatta purtroppo di un mondo fatiscente. In questo libro illettore troved dei passaggi che si susseguono tra "Spazi Irrequieti" a una "Preghiera" a "Divergenze Parallele"; il N. ci mostra la sua abilid nel fondere natura, fede e la banalita dei giorni occulti.

«Sei da solo seduto all'angolo, scoprendo in te una nuova sensazione, ammaliato da una nuova emozione, e da quieti pensieri sublimi».

Sfogliando le pagine, ancora una volta Francesco D' Arnico ci introduce a dei componil1lenti dai titoli che timbrano la sua arte erl1letica. Eccezionale e la bravura del Nostro che nelle espressioni di tre 0 quattro versi, riassume un concetto per la cui descrizione occorrono diverse pagine.

Le poesie sono parole che vengono dal cuore e leggere le poesie di Francesco D'Al1lico ci permette senza dubbio di conoscere meglio e attingere al profondo della sua e della nostra anima.” (Carlo Bordone Bacarella)

Il nostro autore che ormai vive e parla inglese ha cominciato a scrivere poesie anche in lingue inglese, di cui sta curando la raccolta e quanto prima avremo un’altra pubblicazione.

Pubblichiamo – su autorizzazione dell’Autore. - due poesie tratte dalla raccolta “ Divergenze parallele ” che ci danno il segno poetico dell’autore.  

RAMI RI VITA

Lu pisanti pinseru

comu li spini

vola e si chianta

 mentri lu to trenu curri

e un fumu ri luna

come vucca 'nfucata scappa.

'Nta la me terra

parrari vogghiu all'arvuli,

chi sperti sunnu,

e a li so rami 'nca cu un velu ri tristizza,

li vrazza si votano

e miliuna ri paroli arraccamanu.

Aspittannu chi la tavula ciurissi,

stu ramu 'ntisi la timpesta e

senza mancu cchiù lu ciavuru ri la luci

lassau la Sicilia e

versu lu pruffunnu tirrenu

l'occhi si calau.

“RAMI RI VITA “ , scritta in dialetto siciliano,  è una composizione poetica che nasce - come scrive la prof.ssa Amalia De Luca nella sua lettura critica di tutte  le poesie pubblicate nel libro – pensando agli emigranti in terra straniera e alla loro condizione di esuli che, con un ricordo doloroso e pesante, tornano spesso alla loro  amata terra natia. Il costante pensiero della patria si presenta attraverso una similitudine molto suggestiva e dolente, come spine conficcate nel cuore e con tutta la sofferenza che ne può scaturire. Tuttavia col trascorrere del tempo questo ricordo, facendosi distante, appare come un fumo di luna che piano piano svanisce.

La poesia si sviluppa attorno alla metafora dell’albero e dei suoi rami, immagine consolidata nella storia della poesia come emblema dell’attaccamento ai valori familiari e patriottici. E’ così che il poeta esprime chiaramente il desiderio di parlare agli alberi, ovvero agli anziani, rimasti nella terra d’origine e ai loro rami, cioè agli emigrati, che intristiti per la lontananza degli affetti familiari si affannano a lavorare, continuando a ricamare parole sulla propria terra.

L’esule, “stu ramu”, aspettando che la tavola fiorisca, ovvero cominci a dare i frutti del successo e della fortuna in terra straniera, sopporta le difficoltà della vita, vista come travagliata da tempeste. Egli, senza nemmeno più l’odore della luce, primaria fonte di vita per le piante, ha lasciato la Sicilia e verso la profondità del terreno ha chinato gli occhi. La terra di Sicilia, fatta di luci e odori è qui ben definita dalla particolare sinestesia “lu ciavuru ri la luci” , che dà risalto alla sua essenzialità, fonte di vita per chi in essa è nato.

CREDO

Leggiadri pensieri

come un mare infinito

scintillano liberi

e ritmano il palpito

sfiorano il tempo tuo

dipingono te e il sentirti appena

com'il cuore al vento di un moto perpetuo

che in soffusa tempesta, si rasserena.

Silenziosa bellezza d'Amore,

nel tuo abbraccio approdo,

mentre m'invadi sicura e memore,

dei miei momenti già impressi e com'ignudo

non m'accorgo neppure

che nella tua mano, sicuro, Credo.

Riportiamo il commento critico della Prof.ssa Amalia De Luca sulla poesia.

“ Il N. ci ha abituati alla poesia che nasce dal palpito del cuore e da un ritmo che scandisce il fluire della vita. Questi elementi qui confluiscono nel vivere quotidiano e nel sentimento d’amore che unisce il poeta alla donna amata. Tuttavia il tema dell’amore terreno si mescola con quello divino e con esso si confonde. Denota tale caratteristica l’uso della maiuscola di Amore.

Anche in questo componimento il poeta indossa i panni di un esule che trova approdo nelle amate braccia e si scopre ignudo, ma sicuro e tranquillo.

Di notevole intensità poetica è l’efficace allitterazione degli ultimi quattro versi, che con un rapido e sonoro gioco delle consonanti m ed n determinano un finale ad effetto. Il fluire delle parole trova una battuta d’arresto improvvisa e secca nel termine “Credo”, che conferisce alla poesia una significativa impronta religiosa.“