NINO D’AMICO
Note biografiche
Nato a Borgetto I' 11/7/1947 da Giovanni
Pietro, agricoltore, e da Brusca Vincenza, casalinga. Ultimo di cinque figli, i
suoi anni infantili sono stati segnati da tragici eventi familiari quali la
cecità del padre nel dicembre '53, che lo ha costretto a ritirarsi dal lavoro
con grave pregiudizio per I'economia familiare e da un grave incidente
occorsogli nel mese di settembre del '58, che lo ha costretto per qualche tempo
a stare fermo.
La precoce maturità lo vede di fatto
dedito ad apprendistati di varia natura, prima di stagnino e poi di fabbro.
Dopo le scuole elementari frequenta per
tre anni l'Istituto regionale per I'avviamento industriale di Partinico; nei
pomeriggi continuando ad esercitare l'apprendistato presso laboratori di
fabbro.
Fin da giovanissimo ha mostrato un
innato senso poetico avendo composto versi su atti o storielle di quartiere,
quali "fuitini" o cerimonie varie, riscuotendo applausi e
apprezzamenti. Per lo più trattavasi di storie rimate su fatti piu o meno
divertenti, improvvisati e a memoria. La data di inizio della prima rima
poetica risale al1963 con "Lu Preti ri issu", Durante il servizio
militare, svolto a Trapani e poi a Pavia nel Genio Pionieri, scrive diverse
poesie sulla vita quotidiana dei militari tra le quali citiamo "La Tristezza".
Agli inizi del 1969, dopo il congedo, si
scrive alla CCIAA di Palermo quale ditta individuale e comincia I' attività
artigiana in proprio come fabbro, Si sposa con Pezzino Paola il 30 Aprile1970
in Borgetto nella Chiesa Madre.
A causa della crisi economica del tempo,
emigra con la famiglia a New York dove già abitava il fratello maggiore
Giuseppe, A New York, dove ha abitato per quasi tre anni, ha vissuto esperienze
proprie degli emigranti di allora, facendo lavori più disparati, vivendo in case
in affitto e cercando di accumulare risparmi con l'idea fissa di ritornare in
patria.
L'esperienza di emigrante è stata
allietata dalla nascita del primogenito Giovanni Pietro nel 1973.
Durante il suo soggiorno negli USA la
sua vena poetica dialettale lo porta a comporre alcune delle sue migliori
poesie tra cui "U Divorziu" e "Cori Burgitanu" .
Ritorna in ltalia alla fine del 1973,
riprendendo l'attività di fabbro nel proprio laboratorio. che ha continuato
ininterrottamente sino al 200l.
L'attività artigianale si è sviluppata
nel tempo con l'ampliamento del laboratorio e l'utilizzo di altre maestranze,
allietata dalla nascita nell'ottobre del 1974 del secondogenito Salvatore. La su vita è segnata nel 1976 da un
tragico evento che lo ha profondamente scosso: la morte di un suo caro amico
colpito da un fulmine mentre lavorava in piena estate. Il dolore di questo
fatto lo ha trasfuso in alcune poesie quali "Siddu ti putissi
scriviri".
Per diversi anni smette di scrivere
poesie.
Solo dopo la nascita del terzogenito
Francesco, nel novembre 1981 si affaccia alla vita sociale e politica. Nel 1981
diviene Presidente dell'Associazione artigiana di Borgetto, carica che detiene
fino al1987.
Dal 1985 al 1993 viene eletto
consigliere comunale nel Partito della Democrazia Cristiana e per diversi anni
ha avuto incarichi assessoriali al Comune di Borgetto.
Dopo un periodo di allontanamento dalla
politica, ritorna come consigliere comunale nel 1998 fino al 2003, anno in cui
viene eletto Consigliere Provinciale nell'8° Collegio, nel Partito "Patto
per la Sicilia".
Riprende la sua attività poetica nel
1994, dando inizio a una nuova stagione, cosiddetta della "maturità",
scrivendo numerosissime poesie tra le quali ricordiamo: "A lu peggiu non
c'e fini", "a Patri e Matri", 'L’Arvuli pizzuti",
"Picciotti nun nvicchiati", "Ritrattu ri lu me paisi".
Queste poesie unitamente a tante altre sono state raccolte in un Volume
realizzato nel 2003 intitolato "Cori Burgitanu".
Tra i numerosi riconoscimenti avuti per
le sue attività culturali nell’ambito della cultura e delle tradizioni popolari
citiamo il DIPLOMA D’ONORE DI BENEMERITO DELLA CULTURA conferito al nostro da
parte dell'Associazione Siciliana per le Lettere e le Arti in data
11/11/2005 patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
LA POETICA
La produzione poetica di Nino D'Amico è
copiosa, assegnando il poeta a ciascun componimento una particolare funzione,
che è sia pedagogica, nelle poesie serie e impegnative, o semplicemente di
intrattenimento, nel caso delle composizioni comiche e argute.
E’ all'insegna dell'indignazione e della
più matura riflessione che il genio poetico del N. si risveglia dopo un
silenzio durato circa 14 anni, ovvero dall'ultimo componimento datato 1980
"Siddu ti putissi scriviri" a "A tu peggiu nun c'e fini"
del 1994.
Nel voler dare alle stampe questo volume
di poesie inedite di Nino D' Amico, sono state scelte, tra tutte, le poesie da
questi composte, quelle i cui contenuti lasciano trasparire maggiormente
l’universo psicologico e ideale dell’autore.
Nell’esecuzione di questo lavoro
interpretativo, la scelta di dette poesie è stata dettata dalla particolare
profondità della meditazione poetica, che segue una linea evolutiva di cui le
medesime segnano le tappe principali.
LE OPERE POETICHE


La produzione poetica di Antonino D'
Amico – come le ggiamo nelle note introduttive al libro “ Cori Burgitanu” è copiosa, assegnando il poeta a ciascun componimento una particolare
funzione, che sia pedagogica, nelle poesie serie e impegnative, o semplicemente
di intrattenimento, nel caso delle composizioni comiche e argute.
Nel voler dare alle stampe questo volume
di poesie inedite di Antonino D' Amico, sono state scelte, tra tutte le poesie
da questi composte, quelle i cui contenuti lasciano trasparire maggiormente
l'universo psicologico e ideale dell'autore.
Nell'esecuzione di questo lavoro
interpretativo, il criterio di scansione temporale seguito ha portato alla
suddivisione dell'intera raccolta in Poesie giovanili (1963-80) e Poesie della
maturità (1994-2002), dettato dalla profondità della meditazione poetica,
particolarmente spiccata nelle poesie scelte, che segue una linea evolutiva di
cui le medesime segnano le tappe principali.
Ben quattordici anni intercorrono tra
l'ultima poesia della prima fase, “Siddu ti putissi scriviri “, e la prima
della seconda, “A lu peggiu nun c’e' fini “, poesia, questa, che sembra proprio
risvegliare, all' insegna dell'indignazione, il genio poetico del Nostro.
Per meglio comprendere i motivi
ispiratori del nostro autore, trascriviamo la Prefazione a cura della Prof.ssa
Amalia De Luca
“Singolare è la personalità artistica di
Nino D' Amico, nella quale si coniugano l'abilità del ferraio, autore di
pregevoli prodotti in ferro battuto, e la maestria del poeta.
Di questo è fatta la vita del Nostro, di
una incontenibile e connaturata necessità di dare forma, che sia poetica materiale,
al proprio estro artistico.
La spontaneità d'ispirazione si
accompagna alla ricerca di perfezione formale, che però non prende mai il
sopravvento, lasciando emergere nel suo dinamismo il genio poetico, troppo
evidente fin dalle prime battute.
Dotato di tali attitudini, il nostro
fabbro - poeta ci rivela la sua più grande intenzione: colpire quelli che sono
i torti, subiti o inflitti, di una società che, pur credendo di andare verso il
futuro, in realtà se ne allontana, dimenticando le verità fondamentali del
vivere umano e mettendo al primo posto i propri interessi, come possiamo vedere
leggendo L' Artigianu Pintutu o Ex o Pax Jugoslavia?
Egli non manca di osservare i nei di una
società che si reputa evoluta, ma che in realtà non ha il coraggio o, forse,
non vuole guardarsi dentro, ciò è individuabile in “Lu divorziu “, “Li sordi”,
“La droca”.
Senza retorica, il Nostro, con tutto il
cuore, cerca di incidere sulla realtà, armato di quell'universo di valori
ereditati dal passato e meglio mantenuti nelle piccole, ma tanto piu umane,
realtà paesane. I valori umani, dai più semplici e profondi affetti familiari
alle virtù che caratterizzano una società sana e moralmente corretta, vengono
innalzati e cantati con fervore poetico, mediante l' appello alla saggezza
antica, che funge da teste e nello stesso tempo da guida.
Fatto rivivere per bocca degli anziani e
dei "mastri", il passato costituisce la "dimensione ideale"
alla quale attingere giorno per giorno e in virtù della quale continuare a
vivere; ne sono prova le poesie “A Iu peggiu nun c’e' fini” e “Un surrisu“.
Il segno dell'attaccamento alle
tradizioni, nonchè di una profonda fede, premessa fondamentale per lo sviluppo
di una sana coscienza civica e umana, è ravvisabile nella poesia intitolata “ U
San Giuseppi o’ me' paisi” .
Poeta cantore della semplice e schietta
esistenza, ma ricca di quelle esperienze che la rendono la migliore tra le
maestre, Nino D' Amico è affascinato dalla particolare e a volte ironica
aneddotica, che caratterizza in particolar modo la realtà quotidiana del suo
piccolo paese, messa in rima con grandiosa originalità, come nel caso di poesie
quali, “La curiosità”, “E' bberu 'nca era vicchiaredda “.
Analizzando l'insieme della produzione
poetica di Nino D' Amico, accanto ai motivi impegnativi, risulta non indifferente
la tensione comica, che si esplica nella composizione di poesie ispirate a
storielle argute e sagaci, come nelle poesie “ U Iatti ra crapa “, “A
prutistanti “, o nella rielaborazione di famosi detti popolari, quali “La
fimmina nni sapi una ri cchiu ri Iu riavuIu E I' omu?” e “ Lu sceccu
zoppu si ori la via“.
Breve ma di grande effetto è “La
staciuni ri San Martinu “, concentrato di esperienza espressa a mo' di
avvertimento circa le caratteristiche della stagione autunnale. Tra i motivi
ispiratori di grande rilievo troviamo l'affetto per la propria terra, Borgetto,
che ispira composizioni come “Cori burgitanu “, “Ritrattu ri lu me' paisi “, e,
non seconda, l'isola siciliana, la cui celebrazione dapprima, ne “L'imigrazioni
“, si coniuga con la denuncia di un problema sociale, suggerito dal titolo,
mentre nel canto “Sicilia” trova un sereno svolgimento.
Nella fase finale della produzione artistica del N. si collocano le poesie
“Nsocche lu tempu?”, “A Patri e Matri “, “Picciotti nun 'nvicchiati” e “Lu
cantu ri lu risignolu”, che nascono dall'inclinazione, sempre più marcata col
passare degli anni, a riflettere su motivi e sentimenti profondi che regolano
il vivere umano e che conferiscono al poetare di Nino D' Amico i tratti seri
dell'età matura”.
LE OPERE NARRATIVE
Nino D’Amico, che abbiamo conosciuto come poeta dialettale, decide di
cimentarsi come scrittore, su argomenti a lui congeniali quali i costumi, gli
usi e le tradizioni di Borgetto, con lo stesso animo di poeta, teso a
descrivere la realtà del suo paese natio. Data la vasta mole di dati e di
contenuti – volendo far rivivere un mondo ormai lontano che va dalla metà del
secolo 19° alla metà del secolo 20° - si pone l’obiettivo di realizzare una trilogia.
Il primo volume è stato pubblicato in aprile del 2020 dal titolo “Al tempo
dei nostri padri” Società, usanze e mestieri a Borgetto.
Ogni capitolo è preceduto da una sua poesia scelta quasi ad anticipare i
contenuti e a creare il clima adatto a trasportare il lettore nel mondo del
passato. Un libro interessante, che tra le tante cose ci svela la vera storia
della morte di Padre Baldassare Safina. L’introduzione è del Presidente dell’Associazione
La Fenice Dr. Giuseppe Pirreca con una Prefazione del Prof. Ignazio E.
Buttitta, ordinario di Etnologis europea presso l’Università degli studi di
Palermo.Nel febbraio 2023 il nostro Autore pubblica il secondo volume di “Al Tempo
dei nostri padri” relativo alle credenze e superstizioni, alla nostra
culinaria, ai metodi tradizionali per curare le Malattie e i relativi Medicamenti,
e una attenta e particolare descrizione dei giochi fanciulleschi di un tempo.
Come per il primo volume, anche in questo secondo volume, l’introduzione è
del Dottor. Giuseppe Pirreca, Presidente dell’Associazione culturale “la Fenice”,
e la Prefazione è del Prof. Ignazio E. Buttitta.