Salvatore Salamone Marino


Salvatore Salamone Marino nacque  a Borgetto l’8/2/1847 e mori a  Palermo il 17/3/1916.

Fu medico (dott. in patologia medica ) e folklorista di fama internazionale. Illustre studioso di storia della cultura popolare siciliana (demologia) assieme a Giuseppe Pitrè (Palermo 21/12/1841-10/4/1916) fu co-fondatore dell’”Archivio per lo studio delle tradizioni popolari” (1882). Fu seguace di E. Rubieri e C, Nigra. La Sicilia gli deve molto per la ricchezza e vastita’ di informazioni raccolte e per gli studi delle tradizioni popolari siciliane. Tali studi e ricerche furono eseguiti secondo i canoni degli studi demologici, cioe traendoli dalla realta’, dalla viva voce dei popolani e dei contadini analfabeti.

Esordi’ negli studi publicando dei Canti popolari ( 1867).   Seguendo l’esempio del Pitrè raccolse canzoni, poesie, proverbi, scioglilingua ecc. che pubblico’ in vari volumi:

La storia nei Canti popolari siciliani Tip. Michele Asmenta, 1968  “Canti popolari siciliani in aggiunta a quelli di Vigo”, Ed. Giliberti 1887 (vi sono 748 canti solo in versi); “Canti popolari siciliani nel secolo XVI, XVII e XVIII” , Palermo 1982 “Costumi e usanze dei contadini di Sicilia”, 1879 “Spigolature storiche siciliane”, Ed Luigi Pedone Lauriel, 1887  “Leggende popolari siciliane”, Ed Luigi Pedone Lauriel 1880 “Aneddoti, proverbi e motteggi” illustrati da novellette popolari siciliane.

Il Marino Salomone viene ricordato soprattutto per il libro “La baronessa di Carini”, Ed. Tipografia del Giornale di Sicilia 1870, ripubblicato in 2 edizioni da Luigi Pedone Lauriel, (1873) dove oltre al poemetto popolare anonimo del secolo XVI scritto in dialetto siciliano, l’autore riporta le sue ricerche storiche sull’accaduto con scritti e documenti riportanti le motivazioni del genitore assassino, e della giustizia spagnola che per motivi d’onore scagiono’ il padre della baronessa.

Nei suoi libri oltre alla citata “La baronessa di Carini” troviamo alcune canzoni del repertorio di Rosa Balistreri tra questi: “Lassarimi accussì”, “ M’arrusicu li gradi “; “ Nun dormu né riposu a tia pinsannu “ - variante della famosa canzone “Mi votu e mi rivotu”,

“Morsi cu morsi”, “ Quantu basilicò”, “ Stanotti la me casa “ , “ Vinni a cantari ad ariu scuvertu “.

Nel 1882 Salvatore Salomone-Marino fondo’ con l’amico e collega di studi Giuseppe Pitre’ una rivista che divenne un punto di riferimento  europeo per gli studi di folklore: l’«Archivio per lo studio delle tradizioni popolari» che uscì ogni tre mesi fino al 1906.
La rivista accoglie tutti i tipi di manifestazioni della cultura popolare delle varie zone d’Italia e d’Europa, gli articoli sono stampati nella lingua degli  autori e le tradizioni sono «pubblicate testualmente nella lingua o nel dialetto nel quale siano state raccolte». I contributi scientifici sono organizzati  in sezioni: la prima riguarda le narrazioni (fiabe, miti e leggende), una seconda credenze e superstizioni, poi si tratta di usi, costumi e pratiche,  di proverbi, di lingua popolare, di canti e poesie, di giochi e passatempi, infine di indovinelli. Ogni numero si chiude con una rassegna bibliografica  che contiene recensioni e brevi notizie sulle recenti pubblicazioni in materia di cultura popolare. I ventiquattro volumi dell’«Archivio», che raccolgono   i novantasei numeri della rivista, dipingono così un quadro ricchissimo, diremmo esaustivo, nel quale trovano posto l’uno accanto all’altro fenomeni popolari italiani e stranieri e che vede la collaborazione dei più quotati studiosi. Fra gli italiani, ne vogliamo ricordare alcuni: Alessandro  D’Ancona, Gherardo Nerucci, Benedetto Croce, Giuseppe Ferraro, Salvatore Di Giacomo.