Le Mense di San Giuseppe a Borgetto

18 / 19 marzo - Borgetto  (PA) 


“ A purmisioni” (La promessa) o “ Pi grazia ricivuta” (Per grazia ricevuta) sono i motivi fondamentali che spingono alcune famiglie del comune di Borgetto a continuare una tradizione popolarissima, che da secoli tutti gli anni, per il giorno di San Giuseppe, si ripete:  “La mensa di San Giuseppe detto anche Artari o “San Giuseppi paratu”.

Tradizionale manifestazione folcloristico-religiosa che e’ durata anche nei periodi piu’ tristi, ma che ormai da circa quaranta anni è entrata a far parte dell’itinerario turistico siciliano. 

Scopo principale è quello caritatevole verso famiglie povere affinché non manchi mai il pane. Si vuole che s'invitino alla mensa tre bambini poveri, che rievocano la fuga di Gesù, Giuseppe e Maria dall’ Egitto, ai quali viene servito il pranzo, tra canti e filastrocche dialettali. Il ringraziamento al Santo Giuseppe, per grazia ricevuta, è fatto sotto forma di provviste alimentari e tutto quanto può essere utile ai tre bambini poveri che rappresentano la Sacra Famiglia. 

A Borgetto le mense con l’altare possono essere di due tipi: “parati” in cui la stanza occupata per intero è sfarzosa e ricca di ogni ben di dio e “privati” cioè modeste con l’addobbo di una sola parete della stanza.

I preparativi, che iniziano mesi prima della festa, impegnano soprattutto le donne della famiglia, che aiutate dai loro comparenti, destinano una stanza della loro casa affinché vi si possa impostare l’altarino con la mensa, che il giorno di San Giuseppe possa essere visitata da gente che viene da tutta Borgetto ma anche da fuori, a cui vengono offerti pezzi di pane fatto in casa con olive.

Un posto, ma anche un significato importante nell’alllestimento della mensa lo occupa il pane. E’ preparato in diverse forme: “la palma” per ricordare la verginità della Madonna - “il buccellato” - dolce tipico della gastronomia locale, che si prepara nel periodo natalizio – che rappresenta la dolcezza di Gesù bambino; - ”la coffa” (il canestro) che rappresenta la laboriosita’ di San Giuseppe.

La stanza prescelta è interamente allestita in tutte le parti con del tulle bianco e raso: tradizionalmente è usato il bianco dei veli da sposa, raccolti negli anni dalle famiglie, che intrecciati e arricciati tappezzano le pareti e il soffitto delle stanze creando un effetto luminoso. Il raso che comunemente è di color bianco, a volte può essere celeste per ricordare Bambin Gesù; anch’esso viene raccolto o prestato per l’occasione. L’angolo che più risalta di bianco candore è l’Altare sistemato nella parte centrale, al di sopra di una pedana: contiene il "Quadro del Santo" o una sua statuetta. Dei gradini sempre ricoperti di tulle contengono le forme di pane lavorato dalle massaie alcuni giorni prima. Ai lati, in allegra sequenza di colori e di fantasia, diversi vasi di fiori bianchi e gialli - i colori che richiamano lo stendardo del comune di Borgetto - abbelliscono l’altare.

Il cibo da offrire ai tre bambini poveri viene disposto in due lunghi tavoli a due piani, addobbati ai lati dell’altare. Sono esposte le più svariate pietanze, tre piatti per ognuna di esse: dai dolci ai pomodori fritti, dai prodotti dell’orto, ai generi alimentari di ogni tipo per finire con degli abiti nuovi e del denaro per ogni bambino. 

Apparecchiata al centro della stanza, con la tovaglia più bella, è la tavola per i tre bambini, dove risaltano tre mezze arance tagliate a stella e tre pani di formato ridotto rispetto alle grandi forme poste sull’altare, il vino e l’acqua. In ogni posto risiedono gli asciugamani ricamati con le frange che verranno utilizzate dai padroni di casa che imboccheranno i bambini: “a pasciuta”.

Dopo la messa, dalle parrochie si diparte una processione che si snoda per le vie di Borgetto formata da un asinello con i recitatori delle parti e da una folla di popolo che accompagna i gruppi dei tre bambini, destinati alle famiglie che hanno allestito le mense; preceduta da una “tammuriniata” vengono recitate davanti a ogni San Giuseppe paratu  le “parti” in siciliano antico. 

Per i Burgitani, le celebrazioni per San Giuseppe sono molto sentite. San Giuseppe e’ il santo dei poveri, ed è per questo motivo che esiste l’usanza di preparare il pranzo sacro offerto ai bisognosi e agli orfani. Altri elementi rituali in questa riccorenza sono: la raccolta delle offerte per le famiglie indigenti, l’accensione dei fuochi, “le luminarie”, e la processione.
La visita alle mense inizia la sera del 18 marzo e si prolunga fino a tarda notte per proseguire l’indomani. Un flusso enorme di gente invade le strade del Paese per visitare le Mense di San Giuseppe distribuite in varie case; le persone vengono da ogni parte della Sicilia e i visitatori curiosi distingueranno l’altare più bello e meglio organizzato e all’occorrenza gli emigrati approfittano per rientrare e rivedere le mense, anche se da alcuni anni e’ possibile visitare dei “ San Giuseppi parati” anche fuori di Borgetto e financo in America, a New York dove i nostri connazionali hanno portato questa bella tradizione.

Alla fine del pasto i bimbi con le loro famiglie possono portarsi a casa tutte le provviste. Chi organizza le mense le prepara o di tasca propria o con soldi ricavati dalla questua tra parenti, vicini, conoscenti e non, che possono contribuire anche con cibi di ogni genere anziché con il denaro. 

A Pasciuta” - I primi tre bocconi di ogni pasto sono assaggiati proprio dai bambini. dopo di che è possibile che i presenti mangino anche loro, purché si facciano imboccare e non si servano con le mani. Il primo piatto servito è quello con la pasta con le sarde e la mollica, seguono le polpette di sarde o d'uova, quindi le fritture e i dolci e per concludere la frutta fresca e secca. Prima di gustare i vari piatti, si deve gridare “ a vuci forti”:   “ Viva Gesu’, Giuseppe e Maria”, Viva”  .