La produzione poetica di Antonino D' Amico – come le ggiamo nelle note introduttive al libro “ Cori Burgitanu”  è copiosa, assegnando il poeta a ciascun componimento una particolare funzione, che sia pedagogica, nelle poesie serie e impegnative, o semplicemente di intrattenimento, nel caso delle composizioni comiche e argute. Nel voler dare alle stampe questo volume di poesie inedite di Antonino D' Amico, sono state scelte, tra tutte le poesie da questi composte, quelle i cui contenuti lasciano trasparire maggiormente l'universo psicologico e ideale dell'autore. Nell'esecuzione di questo lavoro interpretativo, il criterio di scansione temporale seguito ha portato alla suddivisione dell'intera raccolta in Poesie giovanili (1963-80) e Poesie della maturità (1994-2002), dettato dalla profondità della meditazione poetica, particolarmente spiccata nelle poesie scelte, che segue una linea evolutiva di cui le medesime segnano le tappe principali. Ben quattordici anni intercorrono tra l'ultima poesia della prima fase, “Siddu ti putissi scriviri “, e la prima della seconda, “A lu peggiu nun c’e' fini “, poesia, questa, che sembra proprio risvegliare, all' insegna dell'indignazione, il genio poetico del Nostro. Per meglio comprendere i motivi ispiratori del nostro autore, trascriviamo la Prefazione a cura della Prof.ssa Amalia De Luca “Singolare è la personalità artistica di Nino D' Amico, nella quale si coniugano l'abilità del ferraio, autore di pregevoli prodotti in ferro battuto, e la maestria del poeta. Di questo è fatta la vita del Nostro, di una incontenibile e connaturata necessità di dare forma, che sia poetica materiale, al proprio estro artistico. La spontaneità d'ispirazione si accompagna alla ricerca di perfezione formale, che però non prende mai il sopravvento, lasciando emergere nel suo dinamismo il genio poetico, troppo evidente fin dalle prime battute. Dotato di tali attitudini, il nostro fabbro - poeta ci rivela la sua più grande intenzione: colpire quelli che sono i torti, subiti o inflitti, di una società che, pur credendo di andare verso il futuro, in realtà se ne allontana, dimenticando le verità fondamentali del vivere umano e mettendo al primo posto i propri interessi, come possiamo vedere leggendo L' Artigianu Pintutu o Ex o Pax Jugoslavia? Egli non manca di osservare i nei di una società che si reputa evoluta, ma che in realtà non ha il coraggio o, forse, non vuole guardarsi dentro, ciò è individuabile in “Lu divorziu “, “Li sordi”, “La droca”. Senza retorica, il Nostro, con tutto il cuore, cerca di incidere sulla realtà, armato di quell'universo di valori ereditati dal passato e meglio mantenuti nelle piccole, ma tanto piu umane, realtà paesane. I valori umani, dai più semplici e profondi affetti familiari alle virtù che caratterizzano una società sana e moralmente corretta, vengono innalzati e cantati con fervore poetico, mediante l' appello alla saggezza antica, che funge da teste e nello stesso tempo da guida. Fatto rivivere per bocca degli anziani e dei "mastri", il passato costituisce la "dimensione ideale" alla quale attingere giorno per giorno e in virtù della quale continuare a vivere; ne sono prova le poesie “A Iu peggiu nun c’e' fini” e “Un surrisu“. Il segno dell'attaccamento alle tradizioni, nonchè di una profonda fede, premessa fondamentale per lo sviluppo di una sana coscienza civica e umana, è ravvisabile nella poesia intitolata “ U San Giuseppi o’ me' paisi” . Poeta cantore della semplice e schietta esistenza, ma ricca di quelle esperienze che la rendono la migliore tra le maestre, Nino D' Amico è affascinato dalla particolare e a volte ironica aneddotica, che caratterizza in particolar modo la realtà quotidiana del suo piccolo paese, messa in rima con grandiosa originalità, come nel caso di poesie quali, “La curiosità”, “E' bberu 'nca era vicchiaredda “. Analizzando l'insieme della produzione poetica di Nino D' Amico, accanto ai motivi impegnativi, risulta non indifferente la tensione comica, che si esplica nella composizione di poesie ispirate a storielle argute e sagaci, come nelle poesie “ U Iatti ra crapa “, “A prutistanti “, o nella rielaborazione di famosi detti popolari, quali “La fimmina nni sapi una ri cchiu ri Iu riavuIu  E I' omu?” e “ Lu sceccu zoppu si ori la via“. Breve ma di grande effetto è “La staciuni ri San Martinu “, concentrato di esperienza espressa a mo' di avvertimento circa le caratteristiche della stagione autunnale. Tra i motivi ispiratori di grande rilievo troviamo l'affetto per la propria terra, Borgetto, che ispira composizioni come “Cori burgitanu “, “Ritrattu ri lu me' paisi “, e, non seconda, l'isola siciliana, la cui celebrazione dapprima, ne “L'imigrazioni “, si coniuga con la denuncia di un problema sociale, suggerito dal titolo, mentre nel canto “Sicilia” trova un sereno svolgimento. Nella fase finale della produzione artistica del N. si collocano le poesie “Nsocche lu tempu?”, “A Patri e Matri “, “Picciotti nun 'nvicchiati” e “Lu cantu ri lu risignolu”, che nascono dall'inclinazione, sempre più marcata col passare degli anni, a riflettere su motivi e sentimenti profondi che regolano il vivere umano e che conferiscono al poetare di Nino D' Amico i tratti seri dell'età matura”. 
 LE OPERE NARRATIVE  
Nino D’Amico, che abbiamo conosciuto come poeta dialettale, decide di cimentarsi come scrittore, su argomenti a lui congeniali quali i costumi, gli usi e le tradizioni di Borgetto, con lo stesso animo di poeta, teso a descrivere la realtà del suo paese natio. Data la vasta mole di dati e di contenuti – volendo far rivivere un mondo ormai lontano che va dalla metà del secolo 19° alla metà del secolo 20° - si pone l’obiettivo di realizzare una trilogia. Il primo volume è stato pubblicato in aprile del 2020 dal titolo “Al tempo dei nostri padri” Società, usanze e mestieri a Borgetto. Ogni capitolo è preceduto da una sua poesia scelta quasi ad anticipare i contenuti e a creare il clima adatto a trasportare il lettore nel mondo del passato. Un libro interessante, che tra le tante cose ci svela la vera storia della morte di Padre Baldassare Safina. L’introduzione è del Presidente dell’Associazione La Fenice Dr. Giuseppe Pirreca con una Prefazione del Prof. Ignazio E. Buttitta, ordinario di Etnologis europea presso l’Università degli studi di Palermo.Nel febbraio 2023 il nostro Autore pubblica il secondo volume di “Al Tempo dei nostri padri” relativo alle credenze e superstizioni, alla nostra culinaria, ai metodi tradizionali per curare le Malattie e i relativi Medicamenti, e una attenta e particolare descrizione dei giochi fanciulleschi di un tempo.  Come per il primo volume, anche in questo secondo volume, l’introduzione è del Dottor. Giuseppe Pirreca, Presidente dell’Associazione culturale “la Fenice”, e la Prefazione è del Prof. Ignazio E. Buttitta.                                                                                          


